“Solo nel settore dell’ospitalità (alloggio e ristorazione) della provincia di Taranto sono impiegati direttamente oltre 9000 addetti, senza calcolare gli stagionali” Giampiero Laterza, coordinatore del settore Turismo di CasaImpresa va subito al dunque e lo fa partendo dai numeri.
“Un albergo – continua Laterza – occupa in media 8,25 dipendenti che, in alta stagione, raggiungono picchi di 15/18 addetti.
Ora che siamo alla vigilia della stagione estiva 2021, lo scenario del settore turistico è devastante. Gli alberghi, che teoricamente possono restare aperti, sono quasi vuoti ed a causa dei costi di gestione elevatissimi, stanno generando perdite su perdite. In assenza di un chiaro orizzonte temporale le conferme di prenotazione sono scarse.
Chiaro che questo mette maggiormente a rischio l’imprenditore che diventa una potenziale vittima dell’usura o di attività speculative (eloquenti i casi nel Bresciano e in Liguria dove in pochi mesi – stando alle notizie della stampa locale – imprenditori cinesi hanno acquistato decine di strutture ricettive e ristoranti a prezzi stracciati, con deprezzamenti fino al 40%.)
Nonostante non se ne possa avere certezza, tutti gli scenari non prevedono una ripresa ai livelli del 2019 prima del 2023.
Nella nostra provincia poi, la pandemia è andata a sommarsi ai problemi che già esistevano. Prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria, infatti, le imprese ricettive combattevano contro una serie di problemi legati, oltre che ai succitati costi di gestione, alle infrastrutture inadeguate e alla concorrenza da parte di B&B, ville e case vacanza, esplosa negli ultimi tempi con AirBnb. Per molte imprese, questa crisi rischia di diventare irreversibile, se non si interviene prontamente con interventi di sostegno concreti.
Finora le risorse destinate al settore dell’ospitalità si sono rivelate insufficienti, mentre è necessario attivare una politica di aiuti più incisiva: forte riduzione della tassazione locale con esonero dall’IMU in caso di alberghi di proprietà e cancellazione o riduzione della TARI, in funzione dell’effettiva quantità di rifiuti prodotti. Estensione del bonus edilizio del 110% anche al settore alberghiero, per incentivare le ristrutturazioni, utilizzando magari i fondi residui del bonus vacanze che, ricordiamo, è stato speso solo in minima parte.
La situazione jonica è chiaramente in sintonia con quella dell’Italia intera, che nel 2019 risultava essere il quinto paese più visitato al mondo, e oggi si trova a registrare un tracollo dell’industria dell’ospitalità che in alcune zone arriva a toccare l’80%. Nel 2020 le strutture ricettive italiane hanno infatti perso 83,6 milioni di pernottamenti di turisti italiani e 157,1 milioni di turisti stranieri, pari a oltre 32,5 miliardi di euro. Le imprese turistiche, ricordiamo, col loro indotto generano oltre il 13% del PIL nazionale ed occupano, insieme ai pubblici esercizi, circa 1,3 milioni di dipendenti, con prevalenza di donne e giovani. Ma tutto questo sembra non trovare il giusto riscontro in termini di sostegno al settore.
L’auspicio è che le azioni del nuovo Governo siano efficaci e tempestive, attente anche al comparto del turismo e che diano nuova liquidità a fondo perduto alle aziende, per evitare che altri imprenditori si trovino tristemente costretti a cedere l’attività frutto di anni di sacrifici”.